VERONA (venerdì 19 aprile 2024) – A richiamare l’attenzione sulla carenza dei medici di base è Spi Cgil di Verona, poiché le zone sguarnite di medici di medicina generale sarebbero tornate a salire toccando il dato record di 213. L’effetto delle assegnazioni di corsisti del corso regionale triennale per medici di medicina generale sarebbe già terminato.
di Rossana Rizzitelli
Non versa in migliori condizioni la continuità assistenziale, che avrebbe proprio il compito di raccogliere la popolazione rimasta priva di medico di base: nell’area veronese gli incarichi vacanti sarebbero ancora 114.
Per il sindacato dei pensionati, tale variazione rispecchierebbe un andamento ormai consolidato, ovvero quello dell’apertura della professione ai corsisti, ai quali solitamente viene dedicato l’ultimo bando dell’anno solare. Questo permetterebbe di tamponare numerose carenze, ma dopo pochi mesi, ma ci si ritroverebbe di nuovo con un’emergenza territoriale ancora più acuta dopo pochi mesi.
È colpevole il silenzio della politica regionale che da anni gira attorno al problema senza affrontarlo alla radice, col risultato che i cittadini, soprattutto anziani, si trovano privi di assistenza primaria sul territorio, e quando si rivolgono ai pronto soccorso per mancanza di alternative, vengono tartassati dai ticket e ripresi perché ingolferebbero il servizio di medicina d’urgenza.
Il peggioramento sarebbe più acuto soprattutto in alcune aree della provincia:
- nella cintura metropolitana a Sud del capoluogo, comprendente le Circoscrizioni Quarta e Quinta e i Comuni di Castel D’Azzano, Buttapietra e San Govanni Lupatoto, dove si contano ben 45 zone carenti;
- nell’area del Baldo-Garda le zone carenti sono 28;
- nel Villafranchese 20;
- nell’entroterra gardesano e la Valpolicella 12;
- nel capoluogo la situazione è stabile nelle Circoscrizioni Prima, Seconda e Terza, con 12 zone carenti;
- peggiora per l’ambito territoriale Est nelle Circoscrizioni Sesta e Settima e nei Comuni di Lavagno e San Martino Buon Albergo, con 12 zone carenti.
Il problema della carenza di medici di base si intreccia con l’allungamento delle liste di attesa e con la questione dell’invecchiamento della popolazione. Più la popolazione invecchia, più ha bisogno di servizi. Meno ne trova sul territorio, più si rivolge alle strutture ospedaliere. Questa emergenza sconta gli enormi ritardi che il Veneto ha accumulato nell’evoluzione della medicina di base.
Al momento quindi le Ulss non sembrano ancora disporre di medici e infermieri a sufficienza e non esiste ancora un piano per reperirli per tempo.
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