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Dazi sul vino: Verona teme il crollo dell’export verso gli USA

VERONA (venerdì, 14 marzo 2025) — L’annunciata imposizione di dazi sui prodotti alcolici europei da parte dell’amministrazione Trump scuote il settore vinicolo veronese.
Se la tariffa del 200% sui vini del Vecchio Continente diventasse realtà, l’export scaligero rischierebbe una drastica contrazione, con ripercussioni sull’intera filiera produttiva. L’Unione Europea impone attualmente un dazio del 50% sul whisky statunitense e, in risposta, gli USA minacciano contromisure drastiche.

di Chiara De Santis

Secondo Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Veneto e Verona, gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato extraeuropeo per i vini della Valpolicella, con il 15% dell’export. “Una misura di questo tipo azzererebbe le nostre esportazioni e metterebbe in crisi un comparto da miliardi di euro”, avverte Marchesini.
Anche Confagricoltura Verona esprime forte preoccupazione. Il presidente Alberto De Togni denuncia il rischio di una guerra commerciale dannosa per entrambi i continenti.
“Serve un dialogo tra le parti per trovare soluzioni condivise, anziché imporre tariffe insostenibili”, sottolinea.
Nel 2023, gli USA hanno importato dal Veneto vino per un valore di 600 milioni di euro, il 20% del totale regionale (fonte: Veneto Agricoltura).
Con il mercato già in difficoltà per il calo dei consumi e le nuove restrizioni pubblicitarie dell’UE, l’eventuale applicazione dei dazi potrebbe rivelarsi un colpo fatale per i produttori locali. Il settore attende ora sviluppi diplomatici, sperando in una soluzione che scongiuri il peggiore degli scenari.

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Last modified: Marzo 14, 2025
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