Spi Cgil Verona porta avanti una contrattazione sociale con le amministrazioni locali per intervenire su vecchie e nuove forme di povertà. Sono soprattutto il lavoro povero e le povertà sanitaria, educativa ed energetica le criticità sociali su cui i pensionati veronesi chiedono l’attenzione dei Comuni per trovare possibili soluzioni.
di Rossana Rizzitelli
Le misure devono essere implementate e messe in rete per prevenire il rischio povertà nelle famiglie dove sono presenti anziani non autosufficienti, disoccupati o sottoccupati e in nuclei formati da donne sole con figli.
In 35 Comuni della provincia di Verona, l’importo medio mensile delle pensioni private erogate dall’Inps è al di sotto dei 1.000 euro mensili. Il rendiconto sociale dell’Inps di Verona per il 2022 mostra che sul territorio si erogano oltre 40.000 prestazioni legate all’invalidità civile o all’inabilità al lavoro. Anche il futuro pensionistico dei giovani è appesantito dalla triste prospettiva di non superare mai i 1.000 euro lordi mensili.
La povertà di pensioni e retribuzioni è aggravata dalla privatizzazione dei servizi socio-sanitari e dallo smantellamento del welfare che vanno avanti da anni, per cui le associazioni del terzo settore si sono attivate per intercettare la disponibilità di reti sociali e parentali di sostegno che molto spesso fanno la differenza tra la sussistenza e la caduta in povertà.
Last modified: Febbraio 28, 2024