Un nomade digitale è un professionista che lavora da remoto e che ha abbracciato uno stile di vita nomade. Lavora da qualsiasi luogo, ovunque sia disponibile una connessione internet, sfruttando la tecnologia per finanziare i propri viaggi. Sarebbero oltre 35 milioni i nomadi digitali presenti in tutto il mondo, circa 800 mila i nomadi digitali italiani.
di Rossana Rizzitelli
L’ingresso dei nomadi digitali in Italia e il loro soggiorno è consentito a coloro che hanno con un reddito minimo intono ai 28 mila euro. Gli aspiranti nomadi digitali devono possedere un’assicurazione sanitaria per cure mediche e ricovero ospedaliero valida per il territorio nazionale e per tutto il periodo del soggiorno.
L’aspirante nomade digitale deve inoltre dimostrare di avere a disposizione un alloggio e di aver maturato un’esperienza lavorativa di almeno 6 mesi, dunque richiedere una Partita IVA all’Agenzia delle Entrate per essere soggetto alle norme fiscali vigenti.
Il lavoratore deve anche dimostrare tramite autocertificazione l’assenza di condanne a suo carico, negli ultimi 5 anni, per reati relativi allo sfruttamento di minori, allo sfruttamento di lavoro, all’immigrazione clandestina e alla prostituzione.
Chiunque intenda lavorare da remoto in Italia per periodi inferiori a 90 giorni deve richiedere un visto di ingresso e un apposito permesso di soggiorno. Il rilascio del visto è subordinato alla presentazione di una dichiarazione sottoscritta dal datore di lavoro accompagnata dai documenti di identità.
È prevista per il permesso di soggiorno una validità massima di un anno, con possibilità di rinnovo annuale, e la definizione di “nomade digitale – lavoratore da remoto”.
Tag: Italia, lavoro da remoto, nomadi digitali Last modified: Marzo 4, 2024