In un evento pionieristico a Verona, una donna di 36 anni ha dato alla luce una bambina sana, segnando la prima volta che una gravidanza è stata ottenuta attraverso il reimpianto di tessuto ovarico. Questa tecnica rappresenta una speranza per le donne che affrontano la perdita della fertilità a causa di trattamenti come la chemioterapia.
di Davide Lettera
Quindici anni fa, all’età di 21 anni, la madre era stata diagnosticata con il Sarcoma di Ewing, un tipo di tumore che minacciava la sua capacità riproduttiva a causa delle necessarie terapie gonadotossiche. Prima di iniziare il trattamento, si era affidata agli specialisti del Policlinico Sant’Orsola di Bologna per preservare la sua fertilità attraverso la rimozione e la crioconservazione del tessuto ovarico.
Decisiva per il successo di questo percorso è stata la collaborazione con il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell’Aoui di Verona, dove, dopo essere stata considerata guarita, la donna è stata presa in carico per intraprendere un percorso di fecondazione in vitro. Il reimpianto del tessuto ovarico ha dato origine allo sviluppo di un follicolo, dal quale è stato recuperato un ovocita, successivamente fecondato tramite tecnica ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoi), portando a una gravidanza.
La nascita di questa bambina non solo celebra la vita ma simboleggia un significativo progresso nel campo dell’oncofertilità, offrendo alle donne affette da cancro in età fertile la possibilità di non rinunciare al desiderio di maternità. La procedura ha dimostrato un tasso di successo fino al 40%, con oltre 130 nascite registrate a livello mondiale grazie a questa tecnologia.
La crioconservazione del tessuto ovarico emerge come un’alternativa promettente alla crioconservazione degli ovociti, soprattutto per quelle pazienti che non possono sottoporsi a stimolazione ovarica prima del trattamento oncologico. Questo metodo è stato recentemente potenziato grazie all’introduzione di tecniche innovative per il prelievo e il reimpianto del tessuto, adatte anche a bambine prepubere o ragazze che necessitano di cure immediate.
L’evento è stato annunciato durante una conferenza stampa, sottolineando l’importanza della gestione multidisciplinare del paziente e l’eccellenza nel campo della medicina riproduttiva. Il successo di questa procedura enfatizza l’importanza della preservazione della fertilità in pazienti oncologici e l’impegno continuo nell’innovazione medica per migliorare la qualità della vita delle donne dopo la guarigione.
Questo traguardo rappresenta un passo avanti significativo verso l’eccellenza nel trattamento e supporto alle donne che affrontano diagnosi oncologiche in età riproduttiva, consolidando ulteriormente il ruolo di Verona e dell’Italia nel panorama della medicina riproduttiva globale.
Last modified: Marzo 6, 2024