Il tribunale di Verona ha dato il via al processo contro due ex membri delle forze dell’ordine, Alessandro Migliore, 25 anni, e Loris Colpini, 52 anni, implicati in un caso di violenza e abuso di potere all’interno della Questura di Verona. L’accusa, presentata dai pm Carlo Boranga e Chiara Bisso, punta a portare alla luce episodi di tortura e falso perpetrati contro alcuni senza fissa dimora.
di Davide Lettera
Migliore, che ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di ispettore, è attualmente ai domiciliari e si trova al centro delle accuse per aver commesso atti di violenza estrema, incluso uno schiaffo talmente forte da causare la perdita di coscienza a un detenuto. Colpini, d’altra parte, non si è presentato in aula ed è accusato di avere malmenato un uomo di nazionalità rumena, Nicolae Daju, di 56 anni, facendo uso di spray al peperoncino e continuando ad aggredirlo anche dopo averlo atterrato.
La gravità delle accuse ha spinto i pubblici ministeri a richiedere un giudizio immediato per i due imputati, con l’udienza iniziale che ha visto la formazione delle parti civili davanti al collegio guidato dal giudice Raffaele Ferraro. Questo caso ha suscitato particolare attenzione per i presunti abusi commessi all’interno delle mura della Questura, mettendo in luce la necessità di un’accurata revisione delle pratiche di custodia e interrogatorio.
In seguito agli incidenti, altri tre colleghi degli imputati sono stati arrestati, ampliando il cerchio delle indagini su possibili condotte illecite all’interno del corpo di polizia veronese. Il processo attira l’attenzione sul Ministero dell’Interno, chiamato a rispondere civilmente per le azioni dei due agenti, segnando un momento critico per la giustizia e la tutela dei diritti umani in Italia.
Last modified: Marzo 6, 2024