La recente proposta di legge avanzata dalla Lega, guidata da Matteo Salvini, ha acceso un vivace dibattito in Italia. L’obiettivo dichiarato della legge è contrastare l’antisemitismo, adottando la controversa definizione proposta dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA). Salvini ha sottolineato il forte legame con Israele, descrivendolo come un “baluardo di democrazia e libertà“, e ha manifestato il sostegno nei confronti del popolo ebraico e la condanna verso il terrorismo islamista.
di Davide Lettera
La proposta legislativa intende vietare le manifestazioni che criticano le istituzioni israeliane, affidando alle questure il potere di negare l’autorizzazione per motivi di “moralità”, basandosi su un presunto rischio di antisemitismo. Questa iniziativa ha sollevato preoccupazioni riguardo alla possibile sovrapposizione tra antisionismo e antisemitismo, e sul potenziale impatto sulla libertà di espressione.
Critiche non sono mancate nemmeno da parte di figure accademiche e organizzazioni internazionali, che vedono nella definizione IHRA il rischio di reprimere le critiche legittime verso Israele. La distinzione tra critica politica e odio razziale diventa così un punto focale del dibattito.
Nel contesto della proposta, è stato anche sottolineato come, osservando le dinamiche territoriali dal 1948 ad oggi, non sembri esistere un rischio reale che lo Stato di Israele venga “cancellato dalla carta geografica”. Al contrario, la preoccupazione si sposta verso la situazione dei territori palestinesi, in particolare la Striscia di Gaza e la Cisgiordania Occupata, dove si registrano gravi perdite umane e distruzioni infrastrutturali.
La dichiarazione di Salvini mira a promuovere una convivenza pacifica tra i popoli <<senza che qualcuno possa più avanzare l’odiosa intenzione di cancellare Israele dalla carta geografica», ma da un’analisi delle mappe storiche dal 1948 ad oggi mostra che lo Stato di Israele non è per niente a rischio di scomparsa. Al contrario! I territori palestinesi sono ora limitati alla Cisgiordania Occupata e alla Striscia di Gaza. In particolare, la Striscia di Gaza ha affrontato gravi perdite umane e danni infrastrutturali negli ultimi mesi, con oltre 30,000 civili uccisi, il 70% dei quali donne e bambini, e una devastazione generalizzata di case, ospedali e scuole. Questa situazione ha portato a una progressiva eradicazione della presenza e della vita in quest’area ed è proprio questa che rischia di essere cancellata dalle carte geografiche.
La proposta legislativa, quindi, si inserisce in un ampio dibattito su diritti, libertà di espressione e sulla la complessa geopolitica mediorientale.
Last modified: Febbraio 17, 2024
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