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Gino Cecchettin incontra gli studenti del Copernico Pasoli: “Portate con voi un po’ di Giulia”

Verona (mercoledì, 16 aprile 2025) — Martedì 15 aprile, l’aula magna dell’Istituto Copernico Pasoli di Verona ha accolto un ospite speciale: Gino Cecchettin, padre di Giulia, la giovane uccisa a novembre 2023 in un tragico caso di femminicidio. L’incontro, seguito in presenza da 410 alunni e da oltre 70 classi collegate a distanza, ha coinvolto quasi 2.000 studenti in un momento di ascolto profondo e collettivo. Nessun rumore, nessuna distrazione: solo silenzio carico di attenzione e rispetto, mentre Cecchettin con passo fermo e parole misurate ha dato voce al dolore trasformato in coraggio.

di Chiara De Santis

L’iniziativa, organizzata nell’ambito del percorso educativo dell’istituto, si è aperta con l’intervento della dirigente Agostini, che ha sottolineato l’importanza di momenti formativi capaci di toccare la coscienza dei ragazzi. Subito dopo, la vicesindaca Bissoli ha posto l’accento su una verità spesso dimenticata: “Il primo ostacolo alla parità di genere è la violenza sulle donne”. Il professor Quaglia ha definito l’incontro non come una giornata-evento, ma come un’occasione di riflessione profonda, ispirata dal libro Cara Giulia, scritto da Cecchettin come gesto d’amore e di memoria.

Ma è stata la voce del padre a segnare il cuore dell’incontro. Gino Cecchettin ha parlato senza copione, “col cuore”, come ha detto lui stesso. Ha raccontato la sua esperienza di padre, il dolore che non si placa e la scelta difficile ma necessaria di trasformarlo in testimonianza. “Quando vedo ragazzi davanti a me, vedo Giulia. È lei che mi dà la forza” ha confidato agli studenti, invitandoli a parlare, condividere, non temere di essere giudicati. Per Cecchettin, il vero antidoto alla violenza è la relazione vera, il dialogo diretto, la capacità di fermare in tempo i segnali di abuso, anche quelli invisibili.

“La gelosia non è amore. È solo la forma più cristallina di stupidità” ha affermato con fermezza, parlando della violenza che spesso si annida dentro legami apparentemente normali. Ha anche denunciato con onestà il fallimento generazionale degli adulti nell’educare i giovani all’uso responsabile delle tecnologie, sottolineando quanto sia urgente colmare il divario tra generazioni attraverso il confronto e la fiducia reciproca.

In chiusura, il suo appello più forte: “Portate via con voi un po’ di Giulia. Perché era un esempio virtuoso di essere umano. Sono qui perché non voglio più sentire parlare di una ragazza uccisa da chi diceva di amarla. Basta”.

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Last modified: Aprile 16, 2025
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