VERONA (1 aprile 2024) – L’Associazione nazionale presidi di Verona ha risposto all’ipotesi avanzata dal ministro Valditara di introdurre un tetto del 20% agli studenti stranieri in classe. Questo dopo che il vicepremier Matteo Salvini ha ripreso l’idea. Secondo Piergiorgio Sartori, presidente provinciale di Anp, questa proposta non è applicabile in maniera generalizzata.
di Francesco Catania
I dati elaborati dal Cestim (Centro studi per l’immigrazione) per l’anno scolastico 2022/23 mostrano che le scuole di Verona erano frequentate da 22.183 bambini e ragazzi con background migratorio, pari al 17,2% del totale. La maggioranza di questi studenti sono di seconda o terza generazione, nati in Italia da genitori stranieri. Nelle scuole dell’infanzia rappresentavano il 20,6%, alle primarie il 20,4%, alle medie il 16,9%, e alle superiori il 12%.
Il comune di Verona è il primo per numero di alunni stranieri nelle classi. Tuttavia, Sartori sottolinea che la questione non può essere valutata solo numericamente. Le specificità dei singoli Comuni o aree cittadine devono essere considerate. In alcuni quartieri, la percentuale di stranieri è molto elevata, superando il 70% in alcune scuole.
Le scuole non respingono nessuno, ma è importante lavorare per ridurre la segregazione scolastica e garantire equità negli apprendimenti. Sartori propone un organico di potenziamento con docenti specializzati nell’insegnamento dell’italiano L2 e un lavoro sull’orientamento per favorire l’inclusione.
Il tetto per gli alunni stranieri non è un argomento nuovo. La ministra Gelmini nel 2010 introdusse una circolare che stabilisce una percentuale massima del 30%. Tuttavia, l’applicazione di questa direttiva è piuttosto elastica, considerando le specificità di ogni territorio e la presenza di soluzioni alternative.
Last modified: Aprile 1, 2024