In foto il contrabbassista e autore Nino “Swing” Pellegrini
Sono convinto di incontrare il consenso di molti nell’affermare che il panorama musicale degli ultimi anni abbia intrapreso una traiettoria discendente in termini di qualità. Certamente le dinamiche inerenti alla produzione, che relega i cosiddetti artisti a meri dipendenti, forzandone la “vena artistica” a confezionare un certo tipo di prodotto subordinato a quelli che sono i trends, giocano un ruolo dominante in questo movimento; ma a consolidare la scarnificazione dei prodotti musicali contribuisce anche un sensibile appiattimento della cultura musicale in generale, che isola la parte tecnico-sonora, leggi musica elettronica, e annienta quasi del tutto la componente artistica ed emozionale.
di Davide Lettera
Mi trovo, quindi, a voler proporre delle considerazioni sul valore intrinseco di quello che reputo il punto più alto, ma al contempo il più profondo, tra i generi musicali e che mantiene tutte le componenti e le carte in regola per rimanere nella teutonica e salda posizione di faro di riferimento: Il jazz.
Perché la musica jazz può essere considerata, tra tutti, il genere più completo? Per diversi motivi.
Improvvisazione: L’improvvisazione è l’anima del jazz. I musicisti jazz navigano attraverso strutture armoniche complesse, creando melodie spontanee che rispecchiano il loro stato d’animo, la loro personalità e la loro reazione agli altri musicisti. Questa pratica non solo esalta l’abilità individuale ma anche l’ascolto attento e la collaborazione. È una conversazione senza parole, dove temi musicali vengono sviluppati, discussi e talvolta contestati. Improvvisare richiede tempi lunghi di pratica, ma offre una libertà espressiva senza pari, rendendo ogni esecuzione unica e irripetibile.
Complessità armonica: Il jazz si distingue per la sua ricchezza armonica. Accenti ed accordi estesi, come none, undicesime e tredicesime sono quasi un must, fornendo una palette di frequenze sonore più ricca e complessa per gli esecutori di assoli estemporanei. La complessità armonica consente ai musicisti di esplorare tonalità e modi, portando a soluzioni innovative e spesso sorprendenti. Questa complessità non solo stimola l’intelletto ma sfida i musicisti a trovare nuove vie espressive, superando i confini della tradizione musicale e i loro stessi limiti artistico-emozionali. Perché l’Arte è Emozione.
Interazione: Uno degli aspetti più affascinanti del jazz è la dinamica interattiva tra i musicisti. Ogni membro del gruppo contribuisce al flusso della musica, rispondendo e adattandosi alle idee degli altri componenti. Questa interazione crea un tessuto musicale vibrante e sempre mutevole, dove l’anticipazione e la sorpresa giocano un ruolo fondamentale. Questa sinergia non solo crea un forte legame tra i musicisti ma coinvolge anche il pubblico in un’esperienza collettiva; si crea, quindi, un autentico scambio, un confronto di intenti tra fruitori e artisti.
Storia e evoluzione: Il jazz è più di un genere musicale; è una narrazione culturale che ha raccolto e riflettuto le storie di diverse comunità, soprattutto quelle afroamericane. Dai suoi inizi a New Orleans, passando per l’era dello swing, il bebop, il cool jazz fino alle avanguardie moderne, il jazz ha sempre incarnato lo spirito del suo tempo. È un genere che si è evoluto continuamente, assorbendo influenze e reinterpretandosi, mantenendo frammenti di identità originarie che forniscono solida struttura alle evoluzioni in divenire.
Sfida tecnica: Il jazz è noto per la sua richiesta di eccellenza tecnica. I cosiddetti standard, la base di studio e “l’esperanto musicale” che ogni jazzista deve conoscere, richiedono un controllo strumentale raffinato, un orecchio acuto per le tonalità e il ritmo, e una solida comprensione delle sfaccettature della teoria musicale. Questi requisiti spingono i musicisti a perfezionare continuamente la loro tecnica artistica. La padronanza di queste abilità è una sfida che può richiedere una vita di dedizione, ma che offre in cambio la soddisfazione di “fare” musica su un livello superiore.
Influenza: Il jazz ha lasciato un’impronta indelebile sulla musica mondiale. La sua influenza si estende ben oltre i suoi confini stilistici, contaminando diversi generi come il rock, il funk, e molti altri che vedono nel jazz stesso una ispirazione. Ha introdotto concetti come la sincopazione, la poliritmia, l’improvvisazione e le armonie complesse in nuovi contesti, arricchendo il vocabolario musicale globale. La sua capacità di adattarsi e influenzare altri stili mostra la sua vitalità e rilevanza pressoché permanente.
Libertà espressiva: Questo genere è intrinsecamente legato alla libertà espressiva. Nei suoi assoli e nelle sue jam session, i musicisti si esprimono liberamente, esplorando le profondità emotive e le altezze intellettuali. Il jazz non solo permette, ma incoraggia la fusione di influenze culturali e la sperimentazione. Questa apertura all’esplorazione ha reso questo linguaggio un veicolo per l’innovazione, lasciando campo libero ai musicisti di spingersi oltre i confini convenzionali, esprimendo la propria identità essenziale, e lo stato d’animo del momento.
In conclusione, il jazz non è semplicemente un genere musicale; è una celebrazione dell’Umano, un dialogo continuo tra musicisti e ascoltatori, una testimonianza della nostra ricerca collettiva di bellezza e significato. Con le sue radici profonde nella storia culturale, la sua natura evolutiva e la sua capacità di toccare l’anima, il jazz offre un’esperienza profondamente edificante e trasformativa. Invito quindi sempre più persone ad avvicinarsi al jazz, ad esplorarne le sfumature e a lasciarsi trasportare dalle sue espressioni. Che siate nuovi al genere o ascoltatori di lunga data, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire nel jazz, qualcosa che può elevare lo spirito e arricchire la vita.
Last modified: Febbraio 4, 2024