La recente decisione del Governo Meloni di introdurre una “prestazione universale” per gli anziani non autosufficienti ha suscitato critiche da parte dello Spi Cgil del Veneto. Secondo il sindacato regionale dei pensionati, questa misura, appena varata, è destinata a un numero estremamente limitato di beneficiari, rendendola sostanzialmente inutile.
di Francesco Catania
L’assegno, del valore di circa 850 euro al mese, è riservato agli anziani non autosufficienti con più di 80 anni, un Isee inferiore ai 6.000 euro e che necessitano di assistenza grave. Tuttavia, secondo le stime dello Spi Cgil, questa misura interesserebbe meno di 2.000 anziani nella regione del Veneto, rappresentando solo lo 0,6% di tutti gli anziani non autosufficienti residenti nella zona.
Questa esigua platea di beneficiari, confrontata con il numero totale di anziani non autosufficienti, evidenzia la scarsa efficacia della misura. Lo Spi Cgil del Veneto sottolinea che, considerando il crescente numero di anziani non autosufficienti, diventa fondamentale una programmazione socio-sanitaria più attenta da parte delle autorità regionali.
Attualmente, in Veneto, il 24,4% della popolazione ha più di 65 anni, e questo numero è destinato a crescere significativamente nei prossimi dieci anni. L’aumento previsto degli anziani, soprattutto quelli più anziani, mette in evidenza l’importanza di politiche pubbliche adeguate per garantire il benessere e l’assistenza degli anziani non autosufficienti.
Lo Spi Cgil del Veneto critica l’approccio del Governo Meloni, definendo il decreto legislativo poco attento ai bisogni reali degli anziani non autosufficienti e caratterizzato da una mancanza di risorse adeguate. Il sindacato sottolinea la necessità di una legge nazionale più completa e mirata a migliorare la qualità della vita degli anziani fragili, offrendo una presa in carico adeguata da parte del sistema pubblico.
