Scritto da 2:44 pm Top News home page

Nessun nuovo caso di colonizzazione da Citrobacter Koseri, ma l’allerta rimane

VERONA (mercoledì 29 maggio 2024) – La Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS ha confermato, tramite un’indagine genomica, che il microrganismo responsabile della recente colonizzazione in Terapia Intensiva Neonatale è il Citrobacter koseri. Questo batterio, pur essendo simile a quello che causò l’epidemia del 2020, è diverso. Il Citrobacter koseri è ubiquitario e può trovarsi ovunque, proliferando nell’intestino umano e animale.

di Francesco Catania

La colonizzazione di inizio maggio è stata causata da un microrganismo che potrebbe essere arrivato in ospedale tramite diverse vie. La diffusione avviene solo per contatto e non per via aerea, ed è sensibile ai normali disinfettanti. I campioni ambientali sono risultati tutti negativi, e non c’è traccia di Citrobacter koseri nell’acqua potabile né sulle superfici ospedaliere.

I tamponi sui pazienti, eseguiti di norma per monitorare i batteri che colonizzano i neonati prematuri, non hanno rilevato nuovi casi di infezione. Dopo i primi tre prematuri risultati positivi ai tamponi intestinali, tutti i neonati presenti in TIN sono risultati negativi, e nessun altro ricoverato è stato contagiato.

Sono state adottate misure straordinarie per prevenire la trasmissione del batterio. Tra queste, l’attivazione di procedure immediate di isolamento, pulizia e disinfezione con concentrazioni elevate di cloro, e il rinforzo della vigilanza quotidiana sulle procedure di igiene. Sono stati aumentati i tamponi nei neonati e ripetuti i campionamenti ambientali.

Dal 2020, la ricerca del Citrobacter koseri è stata costante, e per quattro anni non è mai stato rilevato nell’ambiente ospedaliero. I dati del network nazionale confermano l’efficacia delle misure adottate, con il rischio di infezioni a Verona attestato al 3,2%, rispetto al 13,2% in Italia.

L’AOUI ha deciso di eliminare i lavandini in prossimità dei posti letto in Terapia Intensiva Neonatale per ridurre ulteriormente il rischio di infezioni. Inoltre, è stato attivato uno sportello informativo per le partorienti e i loro familiari.

Il Dottor Luca Brizzi ha sottolineato che l’azzeramento totale del rischio Citrobacter koseri è impossibile, ma è essenziale un’organizzazione efficace per intervenire tempestivamente. Il Prof. Massimo Franchi ha ricordato che i tre neonati colonizzati non si sono mai ammalati, evidenziando che il batterio rilevato non è lo stesso del 2020.

Il caso Citrobacter Koseri arriva in tv a Le Iene

Ieri sera, “Le Iene” su Italia 1 alle 21.15 è stato discusso il caso Citrobacter Koseri a Verona. Il batterio, che quattro anni fa uccise quattro neonati e ne colpì decine, è tornato a spaventare all’inizio di maggio, colonizzando tre neonati. Fortunatamente, le conseguenze sono state meno gravi rispetto al 2019-2020.

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona (AOUI) ha anticipato i risultati dell’indagine genomica, confermando che si tratta nuovamente del Citrobacter Koseri. Questa notizia ha preceduto sia la puntata delle Iene sia l’udienza in Tribunale del 31 maggio, dove si discuterà l’opposizione all’archiviazione del procedimento penale.

Francesca Frezza, madre di Nina, una delle piccole vittime del batterio killer, ha dichiarato su Facebook la sua determinazione nel cercare la verità, rappresentando anche i 103 bambini colpiti dal batterio tra il 2018 e il 2020.

Francesca Frezza, madre di Nina, una delle vittime del batterio killer
Condividi la notizia:
Last modified: Maggio 29, 2024
Close