VERONA (sabato 12 aprile 2024) – Ormai evidenti i primi segnali di stabilizzazione per la produzione industriale veronese. Una previsione della produzione che si attesta sul -0,19%. E l’82% delle aziende dichiara un utilizzo della capacità produttiva normale o soddisfacente per gli ultimi mesi dell’anno.
di Rossana Rizzitelli
Le vendite verso i mercati extra Ue rimangono in campo positivo, mentre continua la tendenza negativa per le vendite sul territorio nazionale (-2,6%) e con un calo più significativo per quelle verso i mercati dei paesi Ue (-3,7%).
Prospettive di lavoro a medio lungo termine per il 71% delle aziende, con miglioramenti in pagamenti e liquidità. E prosegue la discesa dei prezzi che a fine anno segna un ulteriore -1,8% per le materie prime e -1,1% per i prodotti finiti.
Per quanto riguarda il 2024, rispetto all’andamento dell’economia italiana, tra le opportunità da cogliere ci sono l’acquisizione di nuovi clienti (23%), l’ottimizzazione dei processi interni (22%) e lo sviluppo di nuovi prodotti/servizi (14%).
Tra gli ostacoli da affrontare nel corso dell’anno, sicuramente l’instabilità internazionale. Nonostante il calo inflazionistico dell’ultimo periodo, rimane ancora la preoccupazione di nuovi rialzi dei prezzi delle materie prime e delle commodity energetiche. Continuano le difficoltà di reperimento delle figure professionali per le aziende.
Il presidente di Confindustria Verona, Raffaele Boscaini, afferma che il 2023 è stato un anno difficile che chiude in flessione, ma si colgono segnali positivi nelle previsioni per il 2024. Diverse aziende continuano ad ottenere buoni risultati. Il contesto rimane il fattore di maggiore instabilità e la sfida maggiore da affrontare.
Le imprese rispondono agli scenari in evoluzione cercando nuovi clienti. Alcuni mercati storici stanno manifestando qualche battuta di arresto ma le aziende non restano ferme ad aspettare di sentirne gli effetti e si attivano per potenziare i rapporti con i clienti già acquisiti che godono di maggiore crescita e si attivano per cercare nuovi spazi nel mondo.
Sul lato interno, si fa leva sull’ottimizzazione dei processi produttivi per recuperare eventuali sacche di inefficienze e sullo sviluppo di nuovi prodotti per conquistare nuovi mercati. Un po’ meno significativo il ricorso alla digitalizzazione e gli investimenti sulla sostenibilità.
Quello su cui occorre un lavoro di più lungo corso è l’attività per rispondere alla mancanza di persone. Un piano di attrazione dei giovani ha bisogno di tempo per essere ideato e implementato e per dare risultati. Ancora più a lungo termine si vedranno le ricadute sulle attività di orientamento dei ragazzi verso le competenze più richieste.
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